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Anime che si incontrano (in Cambogia)

Retro cartolina



Testo cartolina

Le sue mani si muovono veloci e raggrinzite dalla colla alla camera d’aria, dalla paletta in metallo per far rientrare il copertone al bastone di legno per battere il rattoppo.

E’ rannicchiato con il mento fra le ginocchia ai margini di una striscia di polvere che funge da strada. Respira polvere. Mangia polvere. Vede polvere.

Non so il suo nome. Non so la sua età. Non so la sua lingua.

La mia interazione con lui in questa vita, in questa Cambogia che è la sua, non la mia, resterà limitata a questi pochi minuti in cui mi offre un servizio, in cui vende il proprio tempo e le proprie abilità in cambio di poche monete.

I suoi occhi sono vigili, reattivi a tutto il brulichìo circostante, e velati da un leggero strato di rassegnazione e tristezza.

Provo ad immaginare la sua vita ma mi rendo conto di non conoscere quasi nulla di questi posti, della loro cultura e pensiero.

Mi limito quindi ad osservare senza voler “capire”, scevro da giudizi.

Allora il quadro del mondo mi si para innanzi, il suo sipario si scosta ed io mi trovo protagonista di un attimo di eternità che continuerà a vivere, come il ragazzo che ho di fronte, nel chiaro-scuro di queste pagine e nella foschìa malinconica dei miei ricordi.

Decido dunque di rilassarmi; e tiro un sospiro di sollievo aspettando di risalire in sella alla mia bicicletta.

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